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30 giugno 2010

I topi in concerto



Dopo mesi di titubanze (in realtà sono sfaticato ma non ditelo in giro) mi sono deciso e sono salito in terrazzo per dare da mangiare ai topi. Il menù dello chef? Veleno in dose massiccia!!


In realtà stavo cercando queste trappole (Fè non guardare la foto perché c'è un topo enorme) per poter catturare i sorci per poi liberarli felici e contenti nei campi dell'Aspromonte... ma non si trova una trappola manco a pagarla oro (ho faticato tre giorni per un bruciatore di piastrine per zanzare... figuriamoci una trappola per topi)


Comunque, questo veleno è in bustine gommose rosa molto accattivanti (sono stato tentato di azzannarne una per dirla tutta) tutte profumate, da usare come? cito testualmente: "spargere sul percorso dei roditori" (ma chi cazzo credono io sia John Locke? Fossi lui li catturerei a mani nude, di notte, dal mio letto tra l'altro)


Comunque, ho sparso il veleno per tutto il terrazzo illudendomi di aver adoperato una qualche strategia militare acquisita nei tre giorni di visita medica alla naja.


E via al lavoro.


La sera non ho sentito anima viva muoversi in soffitta... forse forse ce l'abbiamo fatta? Siamo riusciti a liberarci dei sorci?  Mi illudo per qualche giorno rifiutandomi di andare a controllare se effettivamente il terrazzo sia pieno di cadaveri o meno.


Fra l'altro ho anche steso il bucato prima di spargere il veleno e quindi sono giorni che ci sono delle lenzuola che sventolano in terrazzo.


Ieri, sarà stato il tempo libero, il clima favorevole, o piuttosto la necessità di lenzuola pulite salgo a controllare. Apro la porta con cura facendo piano, sono un fottuto ninja in missione, balzo sul terrazzo e li vedo, li per terra, immobili, molli come fagottini scaduti al sole.


Dove ho lasciato le esche adesso ci sono... le esche ovviamente, intatte, pure, mai nemmeno toccate, dei sorci manco l'ombra.


Stasera è ripreso il concerto, i topi si sono rimessi a pogare sulla mia testa, e mentre cerco di capire chi del gruppo è Sid Vicious mi documento, studio il nemico prima di sferrare il prossimo bizzarro attacco.


E li immagino lassù, mentre aggiornano il logo blog e mi sputtanano sul web

29 giugno 2010

Alarico Fest - Cosenza 2010



In un pomeriggio cosentino Daniele entrando in camera ci dice che a Roma ha visto x caso il concerto di un cantante eccezionale ... tale Mannarino... ci chiede se vogliamo aiutarlo ad organizzare un concerto, anzi una tre giorni di musica... con Mannarino fra gli artisti ovviamente.


Signore e signori è così che è nato l'Alarico fest.


Da un'idea di Daniele proprio come scritto nella "brusciur". Tira un amico da qua e un paio di sorelle da la ed ecco un gruppo pronto a perdere sonno, tempo, pasienza e soldi x organizzare il tutto. Pronti a fare i conti con sponsor che alla fine si sono rivelati in parte finti causando di molto il calo del budget, con la location da trovare e gli eventi da organizzare...


Si perché l'Alarico fest nn sarebbe stato solo musica ma anche altro, e allora vai di degustazioni, convegni, mostre e dj set. E Mannarino in tutto questo? Mannarino alla fine non può esserci, è in sicilia, già impegnato. Delusione a parte si va avanti con la ricerca degli altri artisti. Sapendo della reunion propongo i Bee Hive ma l'idea vine scartata. Si va avanti, manifesti, locandine, poster, tutto fermo... mancano ancora gli artisti.


Ma Daniele è un treno... nu pocu sauritu ... ma nu trenu. Alla fine Mannarino riemerge e viene confermato. Con lui Peppe Voltarelli che gioca in casa, Erica Mou e Pino Marino. E allora si stampi tutto signori, vai di Facebook, televisione, radio, passaparola e visite a casa che neanche i testimoni di Geova.






In pochi giorni si apre la diga dell'informazione e si allaga l'etere dell'Alarico pensiero, del sogno di Daniele, della grafica di Fede, degli sforzi di Valeria e della moleskine di Daniele "l'altro" carica di appunti per coordinare il tutto. E di tante altre persone unitesi al treno in corsa.


Giovedi 10 si inizia con Voltarelli.. Io lo perdo, sono a Reggio e salirò il venerdi a Cusenza. Lo perdo ma tutti mi dicono che è stato un grande e che si è commosso mettendosi a piangere dedicando una canzone alla madre (presente tra il pubblico in splendida forma)


Arriva il venerdi e assieme a me salgono anke i nostri omonimi, fans di Pino Marino. Apre la serata Erica Mou, sola, chitarra e campionatore a intrattenere un pubblico non molto folto purtroppo ma ke si rivela attento ed entusiasta della performance. Erica ha una voce eccezionale, chiara, limpida forte come poche se ne sentono  e quando scopro ke ha solo vent'anni resto incredulo... è giovanissima ed è anche autrice dei suoi pezzi... davvero bravissima, straordinaria. Compro due cd (per me e Fede) e ovviamente ce li facciamo autografare.


Dopo Erica tocca a Pino Marino, sul palco assieme ad una bottiglia di vino intrattiene il pubblico, ci scherza come si fa con dei vecchi amici e suona il piano accompagnando i suoi versi.


Ad un certo punto chiede chi fra la gente presente sappia suonare il piano, dal semplice suonare si passa allo strimpellare e invita qualcuno a fargli da spalla. Domenico, il mio omonimo nonché compagno di viaggio si prende di coraggio e sale sul palco, sarà stato il troppo vino o l'entusiasmo per la serata ma si mette al piano e comincia suonare la chitarra. No, scherzo, si mette a suonare un brano lento e su queste note Pino Marino seduto su di un divanetto declama dei versi.






La serata finisce bene e si va tutti assieme a mangiare alla "Buca dei Vini" di Mauro, gentilissimo proprietario che ci ha viziati per 3 giorni (a me solo due) con leccornìe di ogni tipo (un ringraziamento speciale alle cameriere che ci hanno dovuto sopportare fino a tardi ogni sera). 


Se Pino Marino resta solo per un brindisi (con delusione amara di molti) Erica Mou invece rimane fino alla fine ad allietare quella già di per sé allegra comitiva, si ride si beve e si scherza fino a notte tarda; con chi sta progettando un matrimonio, con chi (e di chi) ha un maglione di un colore improponibile e con chi passerà la notte sul divano quella sera per aver dimenticato che chi comanda in casa è sempre la moglie. 








Ci diamo appuntamento per il giorno dopo con Erica e Marco (il manager) per fare colazione assieme e ci andiamo a coricare che sono le 3 e mezza passate.


Il giorno seguente un giretto nel centro storico di Cosenza assieme a Dome e Fede e poi colazione con Erica e Marco in un bar del corso di Cosenza. Appurato che non conoscono granite e brioche per la prima colazione ci accontentiamo di altro e passiamo così la tarda mattinata di sabato in splendida compagnia.


Scopro che Erica è appassionata di Criminal Minds (nessuno prima di lei aveva etichettato uno pseudo ladro di tavolini come S.I. in mia presenza) che ha vent'anni appunto e studia al secondo anno di una facoltà della quale non ricordo più il nome. (ah Erica... si dice "un Dio di macchina"... per questo è "il BMW")


Poco prima dell'una accompagniamo Dome e Fede alla stazione e li salutiamo. Loro diretti a Reggio Calabria e noi pronti per la terza e ultima serata dell'Alarico Fest.


La sera di sabato alle sette siamo già al Chiostro di S. Domenico, la location che ci ha ospitati per tre giorni, alle sette c'è già Mannarino che fa il Check Sound, io inizio a fare foto sfruttando l'ultima luce che il giorno mi regala, ne faccio davvero tante che credo di avere rincoglionito sia lui che i suoi musicisti a forza di muovermi attorno al palco.


Per intrattenere la gente nell'attesa Patrizia fa partire il suo dj set, il chiostro a poco alla volta si riempie e incontro anche un amico che non vedevo da dieci anni. Scopro allora che Mannarino è conosciuto perché ospite fisso della trasmissione della Dandini "Parla con me" .






Due chiacchiere, due bicchieri di vino ed è giunta l'ora di iniziare.


Mannarino ha una voce possente, roca, particolare, sale sul palco ed è subito amato da tutti. Erano anni che non mi gustavo della buona musica così, Alessandro è un cantastorie come il primissimo Ligabue, quello di "Bar Mario" o di "Bambolina e Barracuda", canta di amori, di clown di soldi e di pianti.  Ride e scherza, gioca con la musica, parla e canta racconti per la gioia di tutti i presenti. 


Suona e intrattiene per più di due ore e dopo il concerto si presta a far foto e firmare autografi con tutti, ma proprio tutti, anche con le piante grasse dell'allestimento (vabbè ho esagerato).


Dopo il concerto ci mettiamo a far foto di gruppo e poi via verso la nuova cena preparata da Mauro. Al tavolo scopriamo che Alessandro ha origini calabre, il padre è di un paese li vicino (ed è li a cena con noi visto che ha usato l'occasione del concerto per far visita al paese natio).
Il fonico è siciliano, Alessandro (chitarra) è pugliese e Michele (fisarmonica) è calabrese pure lui... un gruppo terrone praticamente e come qualcuno mi fa notare si dice appunto che "Roma è la più grande città della Calabria"





La serata è stata un trionfo, ci siamo divertiti tantissimo e sono rimasto molto contendo di vedere il sorriso sulle labbra di tutti, Daniele in primis.


Ho fatto miliardi di foto e qui ne posto qualcuna, ho già fatto una propaganda a tappeto pro  Mannarino/Erica Mou, dai colleghi dell'ufficio agli amici sto rincoglionendo un po' tutti sicuro del fatto che ne valga sicuramente la pena.


Ci vediamo al prossimo concerto e buona fortuna a tutti.




Ps. Dimenticavo... Mannarino ha citato Chuck Norris... mitico Chuck :P

11 giugno 2010

Il grigio

Dopo aver riportato un pezzetto del racconto sui topi di Buzzati la Fede (amica) mi ha gentilmente prestato un libricino (45 pagine scarse) di Giorgio Gaber, che io conoscevo per tutto fuorché per la sua abilità nello scrivere.


Il libro si legge in pochissimo tempo (previa conclusione delle scuole elementari) ed è simpatico, il racconto parla di questo topino soprannominato "Il Grigio" che tiene compagnia all'autore nella sua casa di campagna. In alcuni tratti viene voglia di lanciare il piccolo volume dalla finestra a causa di un uso eccessivo e spropositato dei puntini di sospensione, un uso criminoso che ... rende ... la lettura... un singhiozzo... di parole... vocali... consonanti e chi più ne ha... più ne metta!!

Due passaggi in particolare mi sono piaciuti e voglio riportare:
... l'amore non sarà mai... materia, terra, cosa... sarà sempre qualcosa che vola: una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa e ti rende tanto più ridicolo quanto maggiore è la sua bellezza.
L'altro passaggio è molto legato alla mia casa di questi ultimi giorni, al caos e al disordine che mi sta facendo compagnia (assieme ai topi in soffitta ovviamente):
D'altronde è noto che non è l'ordine esteriore che mette in pace le coscienze. Una casa pulita e perfetta quasi sempre tende a celare una sottile forma di sporcizia del proprietario. L'importante è l'ordine interiore. L'importante è far chiarezza nella propria vita. E io l'ho fatto. E ora dormo bene. E' chiaro. Mai stare in bilico. Bisogna vivere sempre come... su una comoda poltrona. Devi aver messo a posto tutte le tue cose.
E dopo aver visto mia nipote Alice dormire beatamente sul divano oggi all'ora di pranzo non posso che pensare alle parole sopracitate e invidiarle il sonno. 

 
2 giugno 2010

La cena in famiglia



Vivendo solo, i momenti che ho per passare con la mia famiglia sono davvero pochi, quando posso chiamo a casa dei miei e mi invito a pranzo o cena ( a volte pranzo così  abbondantemente che faccio entrambe le cose in un colpo solo)


Stasera mi è andata di lusso, una riunione con parenti e amici spuntata all'improvviso ci ha fatto ritrovare in 16 attorno ad una tavola piena di pizza, salumi e quant'altro può far aumentare le mie già abbondanti maniglie dell'amore.


Prima di cena sono passato a trovare "u Prufissuri" il professore Sofi, ovvero mio nonno Vincenzo, novantenne ex maestro delle elementari, una mente fresca e un grande spirito di ricerca (e a quell'età è una cosa eccezionale).


Parlando parlando siamo finiti a chiacchierare di libri:
"nonnino ma l'hai mai letto Dumas? Il conte di Montecristo è il mio libro preferito, secondo me ti piacerebbe"
"no, non l'ho mai letto"
"se vuoi te lo presto, è un po' grosso ma è davvero bello"
"nipote e tu l'hai mai letto Hugo? I Miserabili?"
"no mai, facciamo così, io ti presto Dumas e tu mi presti Hugo"
E così facendo ci siamo fatti uno scambio culturale, anche se lui mi ha fregato di poco più di un centinaio di pagine, 840 di Montecriso contro le 980 dei Miserabili.


La cena è andata bene e a metà della serata mia madre ha tirato fuori l'argomento jolly:


"mio figlio a casa ha Roomba, il robottino per pulire i pavimenti"
e così, dopo una breve introduzione tecnica del prodotto ho fatto come un rappresentante sotto l'effetto di funghi allucinogeni (parecchi funghi allucinogeni), mi sono messo a parlare di roomba facendo anche vedere un filmato sullo smartphone. Se guadagnassi qualcosa per ogni volta che parlo bene di quel nano bianco e grigio a quest'ora sarei ricco, alla fine tutte le donne (tranne una in realtà) erano pronte a fare l'acquisto.

Ormai sono quasi un casalingo perfetto, in realtà un po' questa cosa mi preoccupa, non tanto per roomba quanto per il fatto che adesso su google cerco il rimedio per cacciare i cattivi odori dal frigo (un bicchiere di bicarbonato è stato il tentativo della serata) e a cena ho anche chiesto come lavare correttamente la tovaglia macchiata (omino bianco, pare, la risposta).

E adesso fisso la finestra con sguardo catatonico chiedendomi che tipo di tendine potranno mai abbinarsi all'arredamento ... e mi faccio paura da solo!


*Nella foto mio nonno il giorno del novantesimo compleanno assieme a mia sorella Alessandra

Cratere in centro America

Sono parecchio sconvolto per il dramma che si sta consumando in questi giorni in centro America, la tempesta Agatha* ha fatto danni per migliaia di dollari e centinaia fra morti e dispersi.


Sconvolgenti sono le foto del cratere che ha inghiottito un palazzo di tre piani.
Un buco perfettamente circolare e profondo tanto che non se ne vede la fine.


Guardare per credere








 * mi chiedo perché tutte le catastrofi hanno nomi femminili ... mah!?