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23 febbraio 2012

Come farsela passare



Un piccolo aggiornamento dopo il post di ieri sul furto del mio telefono.











Questa mattina mi è arrivata una lettera all'indirizzo di casa. Pensavo al solito estratto conto della banca, la apro e scopro, invece, che è una lettera inviatami dalla Victim Support un organizzazione no profit, che lavora a stretto contatto con la polizia e che si occupa di dare supporto alle persone che hanno avuto un trauma a causa di un crimine.


Oui c'est moi


In un chiaro elenco puntato mi dicono che possono:

  • Rispondere ad ogni mia domanda (tipo "chi mi ha rubato il telefono?")
  • Parlare con qualcuno di quello che è successo, di persona o per telefono (prendono per il culo, è chiaro)
  • Aiuto ed informazioni pratiche (la prossima volta, stai più attento quando attraversi)
  • Supporto in tribunale nel caso mi venga chiesto di andare a testimoniare (giuro di dire tutta la verità, è quello lo stronzo che m'ha derubato)
  • Aiutarmi per qualsiasi altra cosa mi preoccupi a causa del crimine subito (chissà se mi sta scaricando tutto il credito ... mumble mumble")
  • Risarcimento danni (e questo ancora ancora mi può interessare, peccato che non ero assicurato)
La lettera prosegue spiegandomi in che modo posso mettermi in contatto con loro, da che ora a che ora e tanti bei saluti.

Ora, a parte la mia ironia, onestamente sono rimasto piacevolmente colpito quando ho letto la lettera, e mi sono immaginato la stessa organizzazione, in Italia.

Dopo una settimana la Victim Support starebbe già pagando il pizzo, e si dovrebbe mandare lettere da sola per tentare di consolarsi.

Onestamente non chiamerò per un supporto morale, ho altri metodi per farmela passare, uno di questi lo potete vedere in foto e funziona sempre ;)

Ma comunque grazie di cuore per l'interessamento

Yours Sincerely
Guineja


22 febbraio 2012

Mandami una cartolina



Ho preso casa un anno fa circa in quel di Stockwell, ridente quartiere nella zona sud di Londra, poco sotto Victoria Station. In realtà non è molto ridente, direi molto poco ridente. Sdentata dai, uno sdentatissimo quartiere a sud di lontra.




Qui vicino c'è Clapham, una zona ricca di negozi e vita notturna. 


Clapham ha un parco enorme che, nelle giornate di sole, ospita gente per picnic e partitelle di calcio. È un quartiere davvero molto bello, cosi bello che, quando uno si sposta poco poco e arriva nella zona di Brixton, il contrasto cosi forte, fra il bello e l'osceno, amplifica la bruttezza di Brixton. Si passa dal paradiso all'inferno senza la fortuna di un passaggio in purgatorio


Tanto per farvi capire di cosa parlo, gli scontri di Londra dell'estate scorsa, sono iniziati a Brixton.


Brixton e Clapham formano con Stockwell i tre vertici di un triangolo, e io vivo a metà strada fra l'inferno e il paradiso ... più verso l'inferno a dirla tutta.


L'altro pomeriggio stavo rientrando a casa dopo aver partecipato ad un incontro a tema: 
"La parmigiana. Meglio con la melanzana fritta o grigliata?"
Ero li, sovrappensiero, sovrappeso, pensavo alle melanzane calabresi con una lacrimuccia di nostalgia e nel frattempo tornavo verso casa mandando messaggi a destra e a manca.


Sono ad un centinaio di metri da casa, c'è un bel sole che filtra attraverso i rami degli alberi e la via è desolata e tranquilla come sempre. Mi affaccio al bordo del marciapiede pronto per attraversare, guardo in entrambe le direzioni, all'orizzonte c'è solo un ragazzino di colore che sta arrivando con la sua bici. Decido che ce la faccio e comincio ad attraversare.


Arrivo a mezzo metro dal marciapiede opposto e succede il fattaccio. Il ciclista che stava arrivando mi taglia la strada a gran velocità.


Di istinto mi blocco sulle punte dei piedi, come al bordo di un cornicione, cavolo mi stava quasi per investire, tiro su le mani per bilanciarmi ed evitare di cadergli contro, tutto questo in meno di mezzo secondo, giusto il tempo necessario affinché il piccolo biker, allungando una mano ossuta, mi strappi dalle dita il telefono.


È stato un battito di ciglia, un attimo prima avevo il telefono in mano, quello dopo il palmo era vuoto e il piccolo infame mi guardava, pedalando e infilandoselo in tasca.


Da qui in poi tutte le azioni si sono svolte al rallentatore, in questo piano sequenza:


Ci sono io che mi accorgo che mi hanno scippato, io che comincio a correre, il piccolo bastardo che si alza sui pedali e si allontana in tutta fretta, io che respiro affannosamente mentre cerco di afferrarlo, io che non ci riesco, io che vorrei essere Bolt l'altleta, io che mi rendo conto che sono più Bolt il detersivo, io che grido cose assurde in una lingua che sembra inglese ma che ha le tonalità di un richiamo per anatre e che fa guaire i cani del vicinato, il ragazzo che è arrivato ormai in culonia, io che rallento e poi mi fermo ormai stremato, respirando avidamente aria con la bocca spalancata, io che urlo come un pazzo, testa in dietro e braccia alzate come Stallone nella scena della scalinata nel primo Roky!


Sono praticamente di fronte al portone di casa, entro lasciando aperta la porta, mi libero del cappotto, meno i pugni contro il tavolo continuando a gridare per la rabbia, devo muovermi, fare qualcosa, devo chiamare la polizia ma non ho un altro telefono per farlo, salgo dal mio padrone di casa, gli spiego l'accaduto, lui comincia a telefonare e fa due cose, mi blocca la scheda e avverte gli sbirri.


Nel frattempo cerco di rintracciare lo smartphone usando uno dei programmi che avevo installato in caso di smarrimento, ma non l'avevo mai configurato a dovere e, ovviamente, il programma non fa il suo lavoro.


Decido di cambiare le password delle mie caselle di posta e dei vari account social.


Saranno passati 15 minuti dal furto, e solo 10 dalla telefonata alla polizia. Sono li che mi dico stupido e mi meno la testa contro il tavolo quando il mio landlord mi avvisa che è arrivata la polizia


Cioè, mi hanno rubato il telefono, non ho scoperto un cadavere nel frigo, e dopo soli 10 minuti c'è già una pattuglia, in borghese, alla mia porta.


Esco e una signora poliziotto mi chiede se voglio andare a fare un giro con loro in macchina, per vedere se becchiamo il piccolo infame. Afferro il cappotto e mi infilo in questa macchina anonima, tutta nera e senza sigilli o altri segni distintivi che la possano far passare per una pattuglia della polizia inglese.


Mentre giriamo per il quartiere la tizia mi riempie di domande: "corporatura? vestiti? colore del cappotto? età approssimativa? tipo di bici? porta gli occhiali? e TOM???"
Mi sembra di essere ad una partita di "Indovina Chi", una partita che sto abbondantemente perdendo.


Rispondo cercando di ricordare dettagli, ma con scarso successo, sia per la velocità dell'accaduto e sia perché il piccolo infame lo faceva sicuramente di mestiere, vista la nonchalance con la quale aveva commesso il fattaccio e considerato il fatto che non aveva nulla che potesse farlo riconoscere, tipo un cappello viola. Era più scuro di una carrettata di buchi di culo*, tutto vestito di nero, con una bici nera, scarpe nere e cappotto nero, un ninja praticamente.


Quindi sono in giro, in quel triangolo fatto da questi tre quartiere, cosi vicini ma anche cosi diversi, sono in questa macchina e penso: "ma che diavolo, per un telefono perso questi si stanno impegnando cosi tanto, mi parlano di telecamere da controllare, si confrontano con altre pattuglie, anonime come la loro, stanno sprecando benzina e tempo per un furto di telefono, incredibile, in italia la polizia mi avrebbe mandato a cagare, altro che precipitarsi sotto casa."


Sono li che penso a tutte queste cose, guardando le strade del mercato di Brixton, e decido che è ora di tornare a casa,  ringrazio i due bobby e gli dico che per me possiamo anche smettere la ricerca, tanto quello non lo ribecchiamo di sicuro, ormai il telefono e smontato, morto, andato, trapassato!


Vengo riaccompagnato a casa, la signora-agente mi lascia il suo bigliettino con il suo numero di cellulare personale, con la raccomandazione di chiamare per qualsiasi problema. 


E mentre mi domando se i piedi doloranti per l'inseguimento possano rientrare nella categoria dei problemi, sorrido e ringraziando di cuore scendo dalla macchina. Ormai mi sento come dentro un film, dove gli agenti danno il proprio bigliettino alla vittima di un aggressione o, come nel mio caso, di un furto.


Saluto e torno a casa.


Alla fine non è stato il danno materiale in se a farmi arrabbiare, ma quanto sapere che, sulla micro-sd del  telefono, c'erano foto personali, ricordi, musica, cose che quel piccolo bastardo adesso può, volendo, vedere. Mi consola sapere che ho tutto salvato sul computer, alla fine non ho perso nulla, ma con il prossimo telefono farò maggiore attenzione, crittografando i dati sulla micro-sd e installando e testando i programmi contro lo smarrimento e il furto.


Anche girare armati può avere un senso, ma forse mi basterà prestare maggiore attenzione e soprattutto attraversare la strada con il telefono ben custodito in tasca.


Vorrei però aggiungere un messaggio personale per lui, per il piccolo ladruncolo da quattro soldi che mi ha derubato. A te, piccolo sacchetto fumante di merda, voglio solo dire una parola: Karma. 
Tutto torna, è matematico, e io spero tanto che il furto che hai fatto torni, nella tua misera vita, sotto forma di grappolo di emorroidi, ma un grappolo da due chili, e che ti venga proprio il giorno in cui i tuoi amici siano in vena di fare un torneo di calci in culo che abbia te come unico protagonista.


E mandami una cartolina dell'ospedale, stronzo!


Ps. La smart ricoperta con un finto prato inglese è stata l'ultima foto scattata dal mio Htc HD2 e caricata in automatico su Google +


*Questa l'ho fregata a George V. Higgins, scusami George