Fra circa due settimane scriverò le mie minchiate da una comoda (si spera) poltrona nel centro di Londra.
Oggi ho pulito il mio pc, ho fatto il backup di tutti i lavori e levato le mie cartelle personali (siti porno per la maggiore, ovviamente). Ho portato una bottiglia di spumante per salutare i miei colleghi e, poco fa, ho spento la luce uscendo da quella stanza per l'ultima volta.
La decisione di partire per Londra faceva parte di un sogno vecchio di qualche anno, quest'anno mi sono detto:
"ma sai che c'è? perché altri si e tu no? cosa ti può fermare dal lasciare tutto e partire?"
e visto che ero solo mi sono risposto che nulla mi fermava se non me stesso, che se volevo potevo decidere di partire e provare ad avere fortuna, anzi no, crearmi la mia fortuna in quel di Londra.
E cosi, armati di determinazione, assieme a Fede abbiamo deciso una scadenza, fine Febbraio.
Il giorno dopo sono andato a comprarmi un bidet da mettere in valigia (come prima cosa da portare, mi sembra logico no?) e qualche libro di inglese per cercare di non parlare come Totò e Peppino nella Malafemmina "noi volevan savuar... l'indiriss"
E adesso ci siamo, oggi è stato il mio ultimo giorno di lavoro.
Ma non mi reputo un "cervello in fuga", sia perché il mio cervello è quello che è, sia perché io, in realtà, non sto fuggendo da nulla.
A differenza della stragrande maggioranza delle persone che mollano, io qui avevo un lavoro con contratto a tempo indeterminato, una casa di proprietà (piena di topi ma son di proprietà pure quelli, e ormai hanno il pedigree) e tanto altro ancora.
Quindi la mia non è stata una decisione dettata dalla pochezza di quello che avevo, ma dalla voglia di vivere in una città come Londra, una città ricca di opportunità e cose da fare, una città dove il Design e l'Arte trovano la massima espressione e dove la meritocrazia e il valore contano davvero.
E poi una nazione che non ha berlusconi non attira un po' tutti??
Quattro anni di lavoro mi hanno cambiato, credo in qualcosa di "più migliore assai" di quando sono entrato in agenzia.
Ho avuto colleghi straordinari (ovviamente loro lo sanno che lo dico solo perché potrebbero leggere e quindi, meglio parlare bene :D ), mi sono divertito ogni giorno passato li dentro, condividendo momenti di ogni tipo, con i colleghi e con chi, a turno, ha ruotato attorno all'agenzia (fatta eccezione per rari, rarissimi casi di gente che se stava altrove era meglio).
Un agenzia con tre teste diverse ma unite, ed uniche, nella loro grande umanità.
Gli unici "capi", incontrati in dieci anni di lavoro nel territorio, con i quali ho bevuto amaro del capo e grappa a fine giornata, o con i quali ho potuto parlare dei miei problemi sapendo di essere ascoltato.
Alla fine non ho lasciato un posto di lavoro, no, ho lasciato una famiglia con la quale ho condiviso tantissimo e che, in un modo o nell'altro, mi porterò in questo mio viaggio.
Giovedì i ragazzi mi hanno portato a cena fuori, offrendomi, fra l'altro, una buonissima torta (nella foto). Li ringrazio di cuore tutti, perché se questi quattro anni sono stati speciali lo devo, soprattutto, ad ognuno di loro.
Grazie :-)
Ps. Per non finire nel buonismo ecco cosa non mi mancherà:
- Il report a fine giornata e le schede qualità
- Il condizionatore chiuso d'estate e chiuso pure di inverno
- Non mi mancheranno le paranoie di qualcuno, e le telefonate a raffica di qualcun'altro
- L'orario ballerino, e il fare tardi per minchiate inutili
- E più di tutti non mi mancherà il programmatore dell'agenzia, una capra incapace, porco cazzo!!