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3 novembre 2011

Ho incontrato Gwyneth Paltrow


Una paio di sabati fa siamo andati a fare una passeggiata in zona Liverpool Street. 
Ci siamo fermati a mangiare in una gioielleria mascherata da pub (visti i prezzi) e dopo aver cenato e digerito, saranno state le 19.45, ci siamo avviati verso la stazione della metro.



La temperatura era fresca, per non dire che faceva un cazzo di freddo, si camminava fianco a fianco cercando di trattenere il calore quando ad un certo punto...


Attori principali:


  • Io
  • Fede
  • Alessia detta Valentina
  • Davide
  • Gwyneth Paltrow

Visto che l'aria era gelida io camminavo fianco a fianco alle due giovani donne mentre Davide, più abituato alle temperature londinesi, camminava qualche passo d'avanti a noi. Ad un certo punto, proprio di fronte ad un portone, veniamo investiti da un getto di aria calda proveniente da chissà dove. Poteva anche essere l'aria calda espulsa dal cesso di un carcere minorile, per quello che ne potevamo sapere, fatto sta che ci siamo immediatamente bloccati per goderci il dolce tepore, come dei barboni attorno ad un barile incendiato.


Il tutto si è svolto in 10 secondi. Noi tre ci blocchiamo, Davide che già stava qualche metro d'avanti a noi si blocca, gira di 180° sui tacchi e torna verso di noi dicendoci:
"Ma l'avete vista chi era?"
e noi in coro come Qui Quò e Quà: "No chi era?"
"Era Gwyneth Paltrow"
"Gwyneth Paltrow????!!!!"  


Neanche il tempo di dirlo e lei ci supera, in compagnia di un tizio, e si dirige verso un locale in  fondo alla strada. Il panico ci assale, siamo tentati, vogliamo seguirla ma non vogliamo fare la parte degli invadenti.


Poi il buon senso prende e se ne parte per la tangente e noi entriamo in una spirale di delirio. Cominciamo a seguirla come dei maniaci, quattro persone alla caccia di una bionda spilungona.
Arriviamo di fronte al locale e, prendendo il coraggio a due mani, entriamo.


Il posto è figo, un enorme bancone circolare occupa il centro della sala e tutto attorno tavolini e salottini.


Dietro una sfilza di barman cominciano a chiederci cosa desideriamo, se ci serve un tavolo o vogliamo qualcosa da bere. Ma noi non rispondiamo neanche, siamo attratti dalla Guinet come le falene d'avanti una lampadina, intenti a capire se è davvero lei o una sosia parecchio sosia.
La Guinet si ferma al bancone e noi a tre metri di distanza facciamo versi squittendo come un gruppo di topi da laboratorio che hanno aspirato dell'elio:


"ma è lei?"
"ma si che è lei"
"ma mi sembra troppo giovane"
"ma no che è lei"
"dai Dò, vai al cesso e passale d'avanti"


E io, assumendo l'aria di chi deve pisciare e se la sta tenendo da ore, mi incammino verso la stangona bionda.

Avete presento come vi guardano certi cani? Occhi fissi e testa inclinata leggermente di lato? Ecco, io avevo lo stesso atteggiamento, la fisso e continuo a fissarla per tutto il tragitto dal bancone al cesso, le passo a circa mezzo metro di distanza e continuo a guardarla attentamente... se fossi stato superman l'avrei incendiata col mio sguardo laser tanto strizzavo gli occhi.


La supero e vado al cesso.


Qui per non perdere l'allenamento continuo a fissare tutti come un maniaco sessuale.


Resto cinque minuti nel bagno e poi torno fuori, faccio il percorso inverso e Guinet è sparita, seduta in un salottino con degli amici, e anche la mia comitiva di maniaci personale è sparita.


Faccio il giro del locale, cerco nei salottini, guardo sotto ai tavoli, fisso la gente, ormai fisso tutti, il barman mi parla e io lo fisso, fisso i quadri e quelli fuori che fumano, giro come una trottola ma non trovo più nessuno.


Esco dal locale, il buttafuori mi fissa e io ricambio tanto per non perdere l'abitudine. Provo a chiamare ma il telefono resta muto, e io ovviamente lo fisso per 5 minuti pensando al da fare.


Sono stato abbandonato in un locale, con il dubbio atroce di aver molestato Guinet Paltrov nel migliore dei casi, o una sconosciuta nel peggiore.


E mentre sono li che cerco di capire cosa fare la mia comitiva di maniaci spunta dal bagno e mi si avvicina facendomi cenno di scappare.


Cosi scopro che mentre ero alla "tualet" loro si erano prodigati in manovre degne di spie russe per riuscire a capire la reale identità della vera sosia di Guinetta, con Alessia detta Valentina pronta, col braccio teso e telefonino alla mano, a rubare uno scatto dell'amata.


Siamo stati fortunati, potevano denunciarci e poi menarci, non necessariamente in quest'ordine.


Alla fine non so se ho visto o meno Guinet Paltrow, ma so che lei ha visto me, un altro Guinetto Paltrovo©.


Cheers Guinet




©A.Orlandoja

2 commenti:

  1. Ciao, piacere di conoscerti!
    Se ti va passa a salutarmi anche sul mio blog :-)

    RispondiElimina
  2. Ciao Adriana, lo farò volentieri :)

    RispondiElimina


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