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11 settembre 2011

Il party all'inglese


Il padrone di casa mi ha coinvolto per tutta la settimana nelle operazioni per ripulire il suo giardino da erbacce, erba secca, canneti e dai topi morti tolti dalle canalette dell'acqua. Tutto questo per il grande party del sabato sera.

Dopo una settimana di duro lavoro sabato mattina abbiamo finalmente finito e io, libero dagli impegni, mi sono concesso un pomeriggio al centro con un amico.

Sono tornato a casa giusto in tempo per l'inizio della festa.

Ovviamente, avendo io pulito il giardino come non accadeva da anni in codesta famiglia, ero ansioso di vedere l'effetto scenico della cosa, con le luci accese, le candele e la gente sul prato rasato di fresco, ma con mia somma sorpresa all'arrivo a casa ho trovato tutti chiusi in cucina, e le luci nel giardino spente.

Dovevo aspettarmelo. Il mio più grave errore è, ed è sempre stato, pensare agli inglesi come a gente normale.

In un party italiano, tempo permettendo e avendo a disposizione un giardino enorme come quello del mio padrone di casa, si sarebbe fatto un barbecue con almeno una tonnellata di legna da ardere e una tanica di benzina, e sul fuoco vivo si sarebbe arrostito un maiale vivo e mezzo capretto, il tutto cucinato ad una temperatura impossibile da un cuoco vestito interamente con lastre di Eternit e con i guanti da fabbro di quelli in uso nei cantieri delle Ferrovie dello Stato. E per sgrassare lo stomaco insalata fresca e secchiate di vino rosso di quello forte, così forte da poter sverniciare una paratia di nave traghetto e con il potere di stordimento secondo solo alla morfina adoperata nelle cliniche per malati terminali.

E invece al mio arrivo a cena l'unico prodotto salato che ha fatto da piatto unico è stato una specie di tortina di zucchine, grande quanto una pizza margherita e altrettanto spessa.

Come altra alternativa salata c'erano carote tagliate a listelli da intingere nell'humus, cracker e diversi formaggi. C'era anche il gatto, e l'avrei azzannarlo pure se il bastardo non si fosse prontamente nascosto sotto il forno.

Non avendo molta scelta e volendo comunque restare con loro per sciogliere un po' il mio inglese ho fatto buon viso a cattivo gioco e mi sono semplicemente abbuffato di champagne, fino a rasentare il coma etilico e l'incoscienza tipica di chi fa cure a base di oppiacei.

La serata stava proseguendo allegramente, stavo tenendo conversazione con una vecchia che aveva dei baffi alla Tom Selleck e che mi raccontava di quando aveva bendato Tutankhamon per la sepoltura nelle piramidi della Valle dei Re in Egitto.

Alle dieci stavo morendo di fame e quindi feci l'unica cosa sensata che una persona digiuna e con solo alcol in corpo poteva fare, ovvero continuare a bere champagne. Alle dieci e mezza davo pacche sulle spalle a vecchietti causando ematomi e incrinando vertebre e parlavo italiano con tutti.

Qualcuno mi capiva pure, c'erano due o tre persone che parlavano un discreto italiano.

Ma a quel punto la domanda del "perché sei venuto a londra?" mi suonava più come una domanda del tipo "ma perché sei qui in questo momento storico e non in galera? ubriacone che non sei altro?"

Comunque, proprio mentre stavo amabilmente conversando di meccanica quantistica (da quel che mi ricordo io, ma poteva tranquillamente essere altro, tipo le similitudini fra la merda di piccione e il correttore liquido) la padrona di casa ha fatto l'entrata ad effetto portando il dolce.

Dolce composto da biscottini e frutti di bosco mischiati ad una tonnellata di panna montata. Un dolce mai visto prima e con un nome che ho, ovviamente, dimenticato praticamente subito. Lo stesso dolce che, posato in un angolo del piano cucina, il gatto si stava leccando neanche mezz'ora prima. Lo stesso gatto che tempo addietro aveva squartato e mangiato in giardino un piccolo piccione. Lo stesso piccione che ... no basta.

Ma probabilmente ero stato l'unico a vederlo (anche se ho i miei dubbi) o forse era per la gran fame, ma fatto sta che tutti gli ospiti si sono fiondati (e sì che c'era gente con protesi all'anca) a raccogliere piatti e cucchiaini per poter assaggiare cotanta bontà dispersa in panna, peli e saliva di gatto.

E a quel punto la mia serata è finita, ho rifiutato il dolce "no è che sono pieno, ho mangiato troppo humus, ma grazie eh" e sono andato via.

Mezz'ora dopo calavo la pasta... spaghettata di mezzanotte, evvaiiii!!




5 commenti:

  1. ti prego guineja, raccogli tutti i tuoi post di questo blog e pubblica un libro!!!!! adoro leggerti! :-)
    ps. ma quanto sono belli i tuoi nipoti???!!!

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  2. Cara a parte te ci sono altre due persone con il tuo stesso livello di esaurimento nervoso (palesemente manifesto) che mi dicono che potrei scrivere un libro con le mie avventure.

    Ma io al massimo potrei scrivere uno di quei libri per bambini che si colorano, e forse neanche tanto bene :)

    Comunque grazie per i complimenti, fanno sempre piacere lo sai :)

    Adesso devo andare, mia nipote oggi via Skype mi ha detto che è incinta di Peter Pan e devo partire per andare a prendere quel cornuto!

    Besos

    Ps. Per me sono stupendi :D

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  3. Fratello,
    ma io sono contemplata nelle due persone che ti dicono di scrivere un libro??No perchè sennò raggiungi quota tre :)
    Mi sono tagliata dalle risate leggendo questo post...ahhhh gli inglesi e il loro strano modo di vedere il cibo!
    Ricordo anche il giorno in cui Alice è rimasta incinta di Peter Pan ma da quel giorno è rimasta incinta altre 4 volte....mi sa che devi picchiare più persone!!Ciao fratello :D

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  4. Con te siete tre persone, ovvero la totalità di persone che leggono e commentano le mie cazzate :D

    Non lo sapevo dell'ingravamento multiplo... prederò provvedimenti :)

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  5. We ci sono anche io, sto post è fenomenale ogni tanto me lo rileggo :D

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